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Fiabango - favola di denti, di piedi e di cani

Fiabango

favola di tango, di denti, di piedi e di cani

 

Descrizione

“C’era una volta in un paese lontano lontano un grande castello incantato... ”. Stanchi della solita storia? Perchè non provate con un “C'era una volta in un paese sudamericano un grande orfanotrofio…”? Et voilà! Eccovi catapultati nel mondo di Fiabango, dove al posto di noiosi principi e principesse narcolettiche troviamo il piccolo Alfonsino insieme al suo migliore amico, un cane di nome Gardel. Fiabango è un'opera che nasce per il teatro. Portato in scena dalla compagnia “La cita de Malena”, rifiuta i soliti clichè legati alla danza del tango, per esplorare con occhio nuovo le possibilità drammaturgiche che questa modalità espressiva offre. Tra giochi di fantasia e nostalgiche melodie argentine, il piccolo Alfonsino cercherà di conquistare una bambina sdentata di nome Valù. Ad aiutarlo la misteriosa. Suora Assunta che gli insegnerà a difendersi dal prepotente Pedro Vallante e dalla dispotica Madre Superiora per fuggire dall'orfanotrofio e ballare in una milonga con la piccola Valù. Nel 2015 il racconto è stato letto dall'attore Vinicio Marchioni ai bambini dell'Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli.

Scritto e Diretto da
Peppe Millanta
Voce Narrante
Ezio Budini
Ballerini e coreografie
Bruno Daniel Ciarfella e Alessandra Moro*
*(campioni italiani tango salon 2015)
Daniele Bondi e Serena Mirabilio
Musicisti
Peppe Millanta (chitarra e voce)
Pierpaolo Tolloso (clarinetto, sax e flauto traverso)
Davide Marinucci (bassotuba)
Francesco Di Tizio (fisarmonica)
illustrazione
Michela Tobiolo

In Evidenza

  • Spettacolo selezionato per il Festival Nazionale Nuove Entità Teatrali (N.E.T.) - 2014
  • Vinicio Marchioni ha letto "Fiabango" per i bambini dell'Ospedale Pediatrico Santo Bono di Napoli, per la Fondazione Pausilipon - 2015
  • I Ballerini Bruno Daniel Ciarfella e Alessandra Moro hanno vinto il Campionato Italiano di Tango, sezione Tango Salon - 2015

  • Promo

  • playlist

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nota dell'autore

"Fiabango" nasce con lo scopo di avvalersi della bellezza del tango, cercando al contempo di allontanarsi il più possibile dai soliti clichè in cui questa magnifica danza è spesso avvolta, al fine di restituirle i suoi aspetti più giocosi e sognanti. E proprio per raggiungere questo obiettivo si avvale di un quartetto composto da strumenti che sono al di fuori della tradizione delle grandi orchestre di tango, e la storia coinvolge luoghi e personaggi che l'immaginario collettivo non assimila a questa danza: un orfanotrofio, delle suore, un cane, dei bambini.  "Fiabango" è infatti una favola (per adulti e non) che ha come protagonisti un bambino di otto anni ed il suo fidato amico-cane Gardel. I due si troveranno riuniti in una sfida all’ultimo (è il caso di dirlo) tango per ottenere le attenzioni della piccola Valù. E sarà proprio tra le caotiche milonghe di Rosario che il piccolo Alfonso imparerà a sognare, a crescere e ad amare.

Galleria foto

Foto di: Luca Zappacosta e Matteo Pantaleone

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cita de malena

La cita de Malena

 

Descrizione

Un velo di rossetto lasciato distrattamente sul bordo di un bicchiere di rum, sigarette accese e abbandonate in fretta, odore di brillantina e di profumi scadenti e una malinconica voce che sussurra ad un’assenza. Tra la sorda indifferenza dei ballerini una lacrima disegna il volto di Malena nella penombra della sala, mentre fuori un’Argentina rinata dalle proprie ceneri si affanna nel tentativo di recuperare il tempo perduto.
“Malena canta el tango como ninguna”. Lo fa da diciassette anni, ogni venerdì, nella stessa Milonga della Boca. Diciassette anni di attesa e di speranze disilluse come i colori spenti di un’Argentina piegata sotto la dittatura dei militari, della repressione e dei desaparecidos. Soltanto durante la sua ultima esibizione Malena si arrenderà allo scorrere travolgente della vita, e sarà essa stessa a prendere per mano il vuoto lasciato da un appuntamento mancato.

Scritto e Diretto da
Peppe Millanta
Voce Narrante
Peppe Millanta & Alessandra Moro
Ballerini
Bruno Daniel Ciarfella e Alessandra Moro*
*(campioni italiani tango salon 2015)
Francesca Foglia e Antonio Iubatti
Musicisti
Peppe Millanta (chitarra e voce)
Roberto Torto (clarinetto & fisarmonica)
Fausto Della Torre (percussioni)
progetto grafico
Michela Tobiolo

  • Playlist

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nota dell'autore

Alla grande Storia, quella con la S maiuscola, si intrecciano sempre una miriade di piccole storie, fatte da gente comune. Storie allegre, tristi, buffe, che si differenziano dalla Storia perchè è in loro che si annida la vita, quella vera. La storia di Malena è una di queste. Frutto della suggestione della canzone di Anibal Troilo “Malena”, lo spettacolo si propone di esplorare quanto la Storia della dittatura argentina abbia influito sulle storie delle persone comuni

Galleria foto

Foto di: Filippo Scena e Matteo Pantaleone

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cicognini

Alessandro Cicognini

Una storia senza protagonista

 

Descrizione

Una vita sul filo. Da una parte un successo che arriva puntuale non appena ti siedi al pianoforte. Dall'altra la voglia di non appartenergli, di restarne lontano. La vita di Alessandro Cicognini si snoda in queste due direzioni. Creatore delle colonne sonore dei migliori film del neo-realismo italiano (Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Guardie e ladri, per citarne alcuni), Alessandro accompagnerà al suo enorme talento una ritrosia quasi patologica allo stare sotto i riflettori, al raccogliere i frutti e gli elogi per il proprio lavoro. Fino a quando questo filo si spezza. Dopo gli Oscar, dopo i Nastri d'Argento, dopo Hollywood, Alessandro Cicognini si ritira. Anzi no. Scompare. Taglia di netto con tutto e tutti. E di lui non si sa più nulla. E l'Alessandro uomo inizia meticolosamente ad uccidere l'Alessandro artista. Il tutto culminerà in una notte d'estate, sulle rive di un fiume, in cui tutto il suo lavoro, anni di fatiche e di notti insonni, verrà distrutto. Tanti interrogativi per un personaggio complesso, di cui poco si sa, ma di cui tutto si è inconsapevolmente ascoltato.

Scritto e Diretto da
Peppe Millanta
interpretato
Ezio Budini
Musicisti
Francesco Di Tizio (fisarmonica)
progetto video
Matteo Sabatini
progetto grafico
Michela Tobiolo
Patrocinato da
Regione Abruzzo
Comune di Pescara
CRESNAC (Centro studi Cicognini)

Prodotto da
Ass.ne ArtEvents

  • Promo

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nota dell'autore

“Di Alessandro Cicognini non si sa nulla”. E questo basterebbe per tentare di scriverne la storia. Se ci aggiungi che una volta che te la raccontano ti ritrovi il suo nome nei titoli di coda dei maggiori film italiani del tempo, il gioco è fatto. Sei spacciato. Devi provarci. Il primo input l'ho avuto ormai anni fa, da una chiacchierata con mio padre, appassionato di film in bianco e nero. “Perchè non scrivi qualcosa su Alessandro Cicognini?” “E chi è?” “Appunto. Vedi?” Logica stringente. Meglio scrivere di un qualcosa che nessuno conosce. Non faceva una piega. Già. Ma da dove iniziare? Non c'è un libro, una intervista, nulla di nulla. Si è no 3 foto.
Quasi per gioco iniziai a prendere le prime informazioni dai parenti, che riuscirono a farmi avere una lista di tutti i film musicati dal Maestro (almeno 121!). Iniziai a scartabellare i nomi di registi, fonici e di tutti i tecnici con i quali poteva essere venuto a contatto durante la preparazione del film. Ma c'era un piccolissimo intoppo. Dall'ultimo film musicato dall'artista erano passati 40 anni. Dal primo...70!
Quel mondo stava scomparendo, o era per larga parte già scomparso. E con lui, stava scomparendo la possibilità di sapere qualcosa su Cicognini.
Pur non sapendo ancora cosa voler fare con il materiale eventualmente raccolto, avvertii l'urgenza di salvare quanto si poteva ancora salvare.
Fu un periodo di ricerche assurde per cercare un indirizzo, un numero di telefono, una “soffiata” su dove poter incontrare qualcuno.
Qualcuno non c'era più (e non vi dico l'imbarazzo nello scusarmi), qualcun altro c'era fisicamente ma i suoi ricordi se ne erano andati tempo prima. Di qualcun altro nessuno sapeva più niente. Qualcun altro ancora, come Mario Monicelli, non aveva semplicemente più voglia di parlare.
Ma fu anche un periodo pieno di momenti esaltanti. Il rifiuto di un tè offertomi da Dino Risi per paura di disturbarlo troppo (che se tornassi indietro glielo chiederei doppio pur di starlo ad ascoltare). Una passeggiata con Racioppi sul lungomare di Nettuno, con un mare che metteva paura. Una telefonata con Luciano Emmer, dove alla fine si è finiti a parlare di quanto fosse bella Piazza Navona a Natale nonostante il traffico. Un pomeriggio passato a casa di Mara Blasetti, la figlia del regista, che sulla carta doveva essere una placida ottuagenaria e che si è rivelata essere un vulcano di energia.
E più in generale, l'incontro con una umanità vitale nonostante il tempo passato, e niente affatto esaltata nonostante quello che era riuscita a fare.
Alla fine ne è uscito un ibrido. Pezzi sparsi di un mosaico tutt'altro che completo. Squarci su una vita per lunghi tratti indecifrabile, e al contempo affascinante. Un qualcosa che è a metà tra il monologo ed il documentario. Uno spettacolo di docu-teatro.
Di pezzi mancanti ce ne sono molti e probabilmente non si troveranno più. Ma quel poco che si è riuscito a salvare andava in qualche modo conservato e condiviso

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thatsamore

That's Amore

il lungo viaggio di Dean Martin

 

Scritto e Diretto da
Peppe Millanta
interpretato da
Milo Vallone
Domenico Galasso

Con il prezioso contributo di
Germano D'Aurelio (in arte 'Nduccio)
Direzione Artistica
Francesco Di Tizio
Musicisti
Pierpaolo Tolloso (sax contralto e clarinetto)
Loris Donatelli (chitarra e mandolino)
Francesco Di Tizio (tromba e fisarmonica)
Pierpaolo Catena (contrabbasso)
Stefano Corsini (pianoforte)
Fausto Della Torre (batteria)
Vincenzino De Ritis (sax tenore)
Marianna Capone (vocalist)
Federica Di Sabatino (vocalist)
Alice Vedilei (vocalist)
Peppe Millanta (voce)
Arrangiamenti
Simone Pacelli
Andrea Di Marcoberardino
Grafica e video
Matteo Sabatini
Patrocinato da
Fondazione Dean Martin
Comune di Pescara
Comune di Miglianico
Lions Club International
Prodotto da
Ass.ne ArtEvents

Descrizione

E' il 7 giugno del 1995. Il giorno del compleanno di Dean. In televisione mandano in onda speciali e documentari sulla sua vita per rendergli omaggio. Personalità eclettica la sua.
Come attore ha partecipato a più di 50 film, recitando anche con Marlon Brando e Montgomery Cliff. Come cantante ha piazzato per ben sedici volte le sue canzoni al primo posto nella classifica delle vendite tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia. Negli anni '50 insieme a Jerry Lewis ha formato il duo di comici più famoso d'America, e per nove anni ha presentato il “Dean Martin Show” sulla NBC, entrando nelle case di tutti gli Americani con enorme successo di share. Tutto questo però non interessa a Dean. Non gli interessava da giovane. E gli interessa ancor meno ora che sta per compiere 75 anni.
E mentre sullo schermo scorre la sua vita pubblica, costellata di successi, all'interno della sua stanza Dean, ormai anziano, inizia a fare un bilancio di ciò che è stato aprendosi con i fantasmi del suo passato.

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nota dell'autore

Perchè proprio Dean Martin?
Perchè se lo vedi cantare, parlare o semplicemente respirare pensi che sia venuto da un altro pianeta.
Se poi scopri che il Big Bang che ha originato quel pianeta è avvenuto a Montesilvano, a due passi da casa tua, la scelta è quasi doverosa.
Il problema è che non c'è un solo Dino. C'è quello che canta. Che recita. Che fa il comico. C'è il Dino guappo. Quello latin lover. E poi c'è il Dino uomo, quello inaccessibile, che non si mostrava mai.
La sfida è stata raccontare questa vita piena di successi senza perdere di vista quest'ultimo Dino. Perciò ci sono da un lato le informazioni della sua vicenda, dal viaggio del padre Gaetano alle varie fasi della sua vita. E dall'altro un Dino ormai anziano, che combatte con i fantasmi del suo passato.

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A BREVE ON LINE

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Progetti Musica

Canzoni di cartapesta

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